La consulenza finanziaria in Italia è alla vigilia di un nuovo grandissimo cambiamento. Per capire meglio quali sia oggi, e in prospettiva, il ruolo del consulente finanziario, ecco un’ipotetica situazione:

- Cliente: imprenditore (classe 1950).
- Azienda: impresa familiare
- Situazione familiare: separato, risposato con figli da due matrimoni (ancora non inseriti in azienda).
- Patrimonio: continuità tra beni e ricchezza personale e aziendale con linee di credito aziendali garantite dal patrimonio personale.
- Coperture rischi: parziale attività di protezione dai rischi.
Che cosa dovrebbe fare in questo caso il consulente finanziario?
La prima osservazione da fare è che molto probabilmente questo imprenditore non si è mai rivolto a un consulente finanziario oppure non ne ha mai condiviso le proposte.
Se consideriamo che in Italia circa il 90% delle imprese sono a carattere familiare e che gli assetti della società e dell’economia sono profondamente cambiati rispetto ai modelli tradizionali, ecco che questa ipotetica situazione risulti molto diffusa nel nostro Paese.
Allo stesso tempo è facile comprendere quale sia il rischio per questa impresa, e quali conseguenze ci sono per l’imprenditore e le persone che gli sono più vicine.
Tornando quindi alla domanda iniziale.
Come è evoluto il ruolo del consulente finanziario?
Sicuramente rispetto agli anni ‘90 e 2000, oggi il consulente finanziario deve essere in grado di creare una relazione stabile e di lungo termine con il cliente lavorando contemporaneamente su tre diverse macro aree:
- Asset Management
- Asset Allocation
- Insurance Asset Management
Tutto questo per entrare nel merito di esigenze personali e imprenditoriali legate al ciclo di vita delle persone vicine all’imprenditore e al ciclo di vita del patrimonio stesso.
Per tornare all’esempio precedente, ecco che il nostro imprenditore con il supporto del proprio consulente finanziario e il commercialista, avrebbe dovuto scegliere tutta una serie di opzioni attraverso l’uso combinato di questi strumenti:
- Contratto di convivenza
- Trust
- Donazione
- Polizze assicurative
- Fondi pensione
- Temporanee caso Morte
Come si può notare, si tratta in gran parte di strumenti non finanziari a protezione dell’imprenditore che, opportunamente messi in relazione uno con l’altro, possono evitare gli impatti fortemente negativi di eventi non pianificati come ad esempio i repentini cambi di paradigma accelerati dal Covid-19.
Il principale consiglio che dovrebbe dare il consulente finanziario oggi è insistere a prendere delle decisioni quando la situazione è “in bonis”, quando cioè l’impresa non è in stato di crisi (o pre crisi).
Questo per vari motivi, ma soprattutto perché consente all’imprenditore di prendere le decisioni con la massima lucidità e tranquillità.
A volte si tratta di decisioni molto delicate come ad esempio definire a chi cedere le redini dell’azienda per garantirne la continuità economica anche in un’ottica di responsabilità sociale.
Eccoci quindi nel vasto campo del passaggio generazionale e dell’evoluzione del ruolo del consulente finanziario sempre più orientato alla consulenza patrimoniale.